Le origini della chiesa
Non è nota la data di fondazione della chiesa matrice di san Severino abate in Sansevero, ma la sua esistenza è attestata nel settembre del 1059 dall’atto di donazione con cui «ecclesia que constructa est in onore Beati Severini cum totis suis pertinentiis» è ceduta da due possidenti di Civitate, Bocco padre e figlio, al monastero di santa Maria di Tremiti. È intorno a questo edificio sacro, edificato sulla Via Francigena, che si forma il Castellum Sancti Severini, ossia l’odierna città di Sansevero, documentato per la prima volta dall’editto dell’abate benedettino Adenulfo del 27 aprile 1116. La chiesa severiniana è dunque preesistente all’abitato e ne rappresenta la radice oltre che il cuore religioso e simbolico.
Nella sua forma originaria l’edificio, costruito in pietra, aveva tre navate. L’odierna facciata principale mostra, nella parte inferiore, i resti della primitiva struttura in conci di pietra squadrata, e sono evidenti i due spioventi laterali, corrispondenti alle navate minori. Durante gli scavi eseguiti all’interno del tempio nel 1989 sono emersi i basamenti di due pilastri integri, di altri due parzialmente conservati e delle due paraste di controfacciata, consentendo di ipotizzare con buona approssimazione l’originaria scansione in campate della chiesetta, che doveva apparire non dissimile dalla chiesa rurale di santa Maria di Devia o Monte d’Elio, nel comune di San Nicandro Garganico (le piante, per di più, sono quasi sovrapponibili). Il semplice massiccio capitello lapideo che, rovesciato, fa tuttora da base del fonte battesimale è verosimilmente uno dei capitelli che coronavano i pilastri. Sul lato sinistro della chiesa era il camposanto parrocchiale. Il massiccio campanile sul lato destro, in pietre squadrate di fattura diversa rispetto alla facciata del tempio, risale credibilmente al xii secolo.